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Civo vivo
In natura i killifish si nutrono di insetti, larve e microrganismi vivi! Riuscire ad allevare del cibo vivo direttamente in giardino o sul balcone di casa sarà un valido aiuto nell'allevamento. Esisto tutta una serie di colture allevabili in casa durante tutto l'anno e per finire le passeggiate in mezzo alla natura potrebbero riservare delle sorprese se si incontrano stagni e pozze d'acqua con Daphnia ed altri organisimi acquatici. Quando si preleva cibo vivo in natura è importante essere certi della totale assenza di pesticidi e di inquinamento di qualunque tipo pena la salute dei pesci in acquario. In giardino l'ambiente è controllato e quindi problemi di inquinamento non ve ne sono. Unica accortezza utilizzare una rete a maglia fine da circa 1 cm per proteggere l'acqua di allevamento dalle visite di passeri, roditori, ecc che potrebbero veicolare alcuni parassiti.
Vedremo ora i vari tipi di cibo vivi allevabili più indicati per i killifish.
Artemia salina
Cibo principe nell'allevamento dei killifish. Si parte con i naupli appena schiusi per arrivare a quella adulta allevata in esterno. Sono indubbie le qualità nutrizionali dell'Artemia appena schiusa tanto da non farle cedere il passo a cibi vivi alternativi, oltre alla facilità di ottenimento del nauplio. La prima partenza è con il classico schiuditoio circolare in commercio. Ed il luogo scelto è quasi sempre il termosifone di casa per mantenere l'acqua calda e facilitare la schiusa in tempi non biblici. Purtroppo, la resa con questo metodo è bassa, andrebbe bene nel caso di nascite sporadiche, mentre coi killifish, dove anche gli adulti si cibano volentieri di naupli appena schiusi, occorre cambiare drasticamente metodo di schiusa.
La soluzione più economica e redditizia per far schiudere l'Artemia tra le mura domestiche è quella di ricorrere al fai da te. Pochi materiali necessari: una bottiglia di plastica da litro, sale da cucina, un tubo da areatore, un box di polistirolo per trasporto pesci, un cavetto o tappettino riscaldante per acquari terrari e le cisti di artemia. Sulla rete si trovano diversi sistemi per far schiudere artificialmente naupli. Importante è preparare acqua salata, vanno bene 5 cucchiaini ogni litro d'acqua, mantenerla in continuo movimento con l'areatore e al caldo (verso i 30°C). Una fonte luminosa agevola la schiusa ma se ne può fare anche a meno. Tempo 24h si inizia la raccolta dei naupli e dopo un veloce risciacquo sotto acqua corrente il cibo è pronto per i killifish di tutte le taglie: da avannotti di pochissimi millimetri ad adulti. Interessante osservare come i naupli vengano accettati in tutti gli stadi di vita ed anche di fronte a Fundulopanchax amieti, quindi pesci già di una certa taglia, il banchetto è servito.
Dove reperire le cisti di Artemia salina? Bella domanda! Nel circuito degli appassionati di killifish spesso è facile trovare barattoli da 500g partecipando alle varie convention estere. Esiste anche qualche sito web che vende Artemia in cisti. Il mio consiglio è quello di evitare di acquistare le classiche fialette da pochi grammi reperibili saltuariamente nei negozi specializzati. Spesso contengono uova datate, di schiusa dubbia e dal costo non certo economico rapportate alla quantità venduta. Il miglior risultato sarebbe trovare qualche amico malato di acquariofilia e fare un ordine cumulativo ottenendo un buon prezzo e dividendo le spese di spedizioni. Meglio rivolgersi a negozi online specializzati in ambito europeo, piuttosto che cercare negli United Stated per incappare in gabelle come i dazi di importazione che applica la dogana.
E quando i killi da sfamare non sono pochi o non si riesce ad organizzare un acquisto di gruppo potreste fare come il sottoscritto ovvero acquistare qualche kg di Artemia, suddividerlo in sacchetti sotto vuoto e porlo in congelatore per gli anni avvenire! Può sembrare estremo, ma alla fine il costo sarà decisamente più basso rapportato al volume di cisti acquistate e manterrete il prezzo stabile. anche perché non tutti gli anni la raccolta e commercio di cisti è costante e come tale in prezzo può fluttuare da valori normali a picchi alti o bassi.
Qui una serie di immagini con i vari steps per la schiusa di Artemia.
L'Artemia salina non è solo in forma di nauplio anche se comunemente la si considera tale. E' possibile provare, con ottimi risultati, l'allevamento in esterno tutto l'anno e crescere i naupli allo stadio di Artemia adulta. Il periodo effettivo di raccolta per somministrarla ai pesci inizierà con la tarda primavera per terminare in l'autunno. Nei mesi invernali la produzione rallenterà molto, cessando del tutto con l'abbassamento drastico delle temperature. Le cisti deposte supereranno l'inverno pronte per schiudersi con l'innalzamento delle temperature. L'acqua salata eviterà la formazione del ghiaccio, evitando fastidiose rotture del contenitore anche con gelate importanti.
Per partire occorre procurarsi il contenitore di allevamento che potrà essere un mastello in plastica di almeno 50/100 litri del tipo usato per la vinificazione. Il colore è ininfluente, da evitare solo i colori chiari o trasparenti per evitare l'eccessiva proliferazione algale.
Una volta reperito il contenitore presso una qualsiasi ferramenta ben fornita o negozio per articoli di enologia si dovrà decidere la corretta collocazione in esterno. La mia scelta è stata una posizione soleggiata nell'orto esposto a sud, ma ai piedi di un albero da frutto che permettesse l'ombreggiamento durante le ore più calde della giornata. Infatti, in estate, quando si registrano le temperature più alte di tutto l'anno avere l'allevamento non costantemente in pieno sole evita un eccessivo surriscaldamento dell'acqua di coltura. Va bene allevare artemie in esterno ma evitiamo di fare una salamoia di Artemia!
Nell'estate anomala del 2015 in un paese vicino al mio si sono toccate le punte estreme più calde d'Italia con sfioramenti ai 42°C! Seppur abito in Pianura Padana la coltura ne ha risentito con una produzione in calo rispetto agli standard a cui mi ero abituato.
Direi quindi che da pochi gradi sopra lo zero sino a poco sopra 30°C l'allevamento si mantiene oltre si possono avere problemi per troppo freddo o caldo. Avendo il contenitore nell'orto di casa che risente molto dell'escursione termica giorno/notte, in estate seppur alcune giornate possono essere torride, durante la notte le temperature calano di molti gradi.
Chi per vari motivi non ha a disposizione un piccolo giardino può lasciarlo tranquillamente sul balcone di casa avendo l'accortezza di monitorare le temp. massime raggiunte e se caso ombreggiare con una classica tenda da balcone. Quindi, come si intuisce, la posizione della nostra coltura ben si adatta alla nostra collocazione casalinga con poche accortezze da prendere, per ottenere sempre una buona produzione e raccolta di ottimo cibo vivo per i nostri pesci.
Scelto il luogo e messo a dimora il contenitore occorre preparare l'acqua di allevamento, ovviamente salata e per questo è meglio partire con acqua da osmosi inversa e un buon sale marino da acquariofilia. E' pur vero che si potrebbe usare del comune sale da cucina ma le proprietà del sale marino per acquariofilia sono maggiori e visto l'uso esiguo e solo per la prima volta di avvio la scelta è obbligata. Una volta aggiunti acqua ad osmosi e sale marino si procede a miscelare per bene sino ad ottenere una densità rilevabile con un densimetro galleggiante di circa 1020-1030. Ora occorre attendere qualche settimana prima di inserire lo starter di Artemia. Durante questo lasso di tempo l'acqua inizierà a entrare nella fase di maturazione, le pareti a ricoprirsi di varie forme algali e si creeranno le condizioni di una sorta di stagno di ridotte dimensioni di acqua salata. Meglio partire per tempo e preparare il tutto verso fine inverno per poi iniziare ad inserire l'Artemia con l'inizio della primavera inoltrata. E' importante attendere la maturazione dell'acqua per permettere il più rapido adattamento dei naupli e la loro crescita.
L'inoculo di Artemia di può inserire sottoforma di naupli appena schusi oppure di cisti di artemia. Di solito i naupli schiusi avanzati dalla somministrazione ai pesci finiscono nelle vasche in esterno.
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